L’omocisteina è un amminoacido presente nel sangue, prodotto intermedio del metabolismo della metionina, un amminoacido essenziale introdotto con l’alimentazione. In condizioni normali, viene smaltita attraverso complesse vie biochimiche che richiedono la presenza di specifici cofattori vitaminici, in particolare vitamine del gruppo B.
Quando queste vie non funzionano correttamente — a causa di carenze nutrizionali, fattori genetici, patologie croniche o stili di vita non equilibrati — si verifica un accumulo di omocisteina nel sangue, condizione definita iperomocisteinemia.
Questa condizione non è una malattia in sé, ma rappresenta un importante indicatore di rischio per diverse patologie, specialmente cardiovascolari e neurologiche. In questo articolo scopriremo cos’è l’omocisteina, perché può aumentare, quali sono i rischi associati e soprattutto cosa fare quando i suoi valori sono elevati.
Cos’è l’omocisteina
Origine e funzione
L’omocisteina è un metabolita solforato che si forma come intermedio nel ciclo della metionina. In un organismo sano, viene riconvertita in metionina o convertita in cisteina attraverso due principali vie metaboliche:
Metilazione: richiede acido folico e vitamina B12
Transulfurazione: richiede vitamina B6
Queste reazioni consentono il corretto smaltimento dell’omocisteina e impediscono il suo accumulo.
Valori di riferimento
I valori plasmatici dell’omocisteina vengono classificati come segue:
Normali: 5–15 µmol/L
Moderatamente elevati: 15–30 µmol/L
Elevati: 30–100 µmol/L
Gravemente elevati: >100 µmol/L
Valori superiori a 15 µmol/L sono indicativi di iperomocisteinemia e necessitano di interventi mirati.
Cause dell’omocisteina alta
Carenze vitaminiche
Le carenze di vitamina B6, vitamina B12 e folati compromettono le reazioni enzimatiche che metabolizzano l’omocisteina, favorendone l’accumulo. Tali carenze possono derivare da:
Diete sbilanciate, vegane non integrate o troppo povere di verdure
Malassorbimento intestinale (celiachia, morbo di Crohn)
Abuso di alcol
Età avanzata
Fattori genetici: mutazione MTHFR
Una delle cause genetiche più note è la mutazione del gene MTHFR (C677T o A1298C), che riduce l’efficienza dell’enzima metilentetraidrofolato reduttasi. Questo enzima è essenziale per la rigenerazione del folato attivo, implicato nella riconversione dell’omocisteina in metionina.
Condizioni cliniche e farmaci
Alcune patologie e terapie farmacologiche interferiscono con il metabolismo dell’omocisteina:
Insufficienza renale cronica
Ipotiroidismo
Diabete di tipo 2
Terapie con metotrexato, anticonvulsivanti, metformina
Anche il fumo, la sedentarietà e lo stress cronico sono fattori aggravanti.
Rischi per la salute associati all’omocisteina alta
Malattie cardiovascolari
L’omocisteina elevata danneggia l’endotelio vascolare, stimola l’ossidazione delle LDL e favorisce i fenomeni trombotici. È riconosciuta come fattore di rischio indipendente per:
Aterosclerosi precoce
Trombosi venosa profonda
Infarto del miocardio
Ictus cerebrale
Declino cognitivo e neurodegenerazione
L’iperomocisteinemia è coinvolta nella neurotossicità e nell’accumulo di beta-amiloide, contribuendo a:
Demenza senile
Malattia di Alzheimer
Declino cognitivo lieve (MCI)
Complicanze in gravidanza
Livelli elevati in gravidanza sono associati a:
Aborti spontanei
Rischio di preeclampsia
Difetti del tubo neurale (spina bifida)
Omocisteina alta: cosa fare
Diagnosi e monitoraggio
La diagnosi si effettua tramite esame del sangue a digiuno. In caso di livelli elevati, il medico prescrive ulteriori analisi:
Folati
Vitamina B12
Creatinina (per valutare la funzione renale)
TSH (per escludere ipotiroidismo)
Test genetico MTHFR (in casi selezionati)
Il monitoraggio va ripetuto ogni 3–6 mesi dopo l’inizio del trattamento.
Alimentazione e sane abitudini
Una dieta mirata può contribuire in modo sostanziale a ridurre l’omocisteina. Gli alimenti consigliati includono:
Fonti di folati: spinaci, bietole, asparagi, avocado, legumi
Fonti di B6: tonno, salmone, patate dolci, banane
Fonti di B12: fegato, uova, latte, carne magra
Abitudini salutari utili:
Smettere di fumare
Fare attività fisica regolare (almeno 150 minuti a settimana)
Ridurre l’assunzione di alcol
Dormire 7–8 ore per notte
Limitare lo stress cronico
Supplementazione mirata: strategie nutraceutiche efficaci
Quando l’apporto dietetico non è sufficiente o vi sono condizioni che ne limitano l’assorbimento, la supplementazione può rappresentare un’opzione valida. La strategia ottimale dipende dalla causa sottostante, dai livelli ematici e dall’eventuale presenza di mutazioni genetiche.
1. Acido folico
Dose standard: 400–800 mcg/die
In presenza di mutazione MTHFR: preferire folato attivo (5-MTHF o metilfolato), più biodisponibile
Aiuta a riconvertire l’omocisteina in metionina
2. Vitamina B12 (cobalamina)
Forme consigliate: metilcobalamina o idrossicobalamina (forme attive)
Dosaggio:
1000 mcg al giorno per via orale o sublinguale
Alternativamente, 1000 mcg settimanali per via intramuscolare nei casi di malassorbimento
3. Vitamina B6 (piridossina)
Dosaggio: 25–100 mg al giorno
Favorisce la via della transulfurazione, trasformando l’omocisteina in cisteina
4. Supplementi combinati
Sul mercato esistono formulazioni combinate, spesso denominate “anti-omocisteina” o “cardioprotettive”, che contengono:
Folato attivo (5-MTHF)
Metilcobalamina
Piridossina
Betaine (trimetilglicina): supportano la metilazione alternativa
Zinco e riboflavina (B2), cofattori secondari nel metabolismo omocisteinico
5. Durata della supplementazione
La durata dipende dalla causa e dalla risposta individuale. In genere si consiglia:
Cicli di 3–6 mesi con rivalutazione dei livelli ematici
Supplementazione continuativa nei soggetti con mutazione MTHFR o patologie croniche
Nota bene: la supplementazione vitaminica, se non necessaria, può essere inutile o controproducente. È fondamentale eseguire le analisi e farsi seguire da un medico o nutrizionista esperto.
Conclusione
L’omocisteina alta rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare. Un approccio integrato che comprenda diagnosi precoce, correzione delle carenze nutrizionali, adozione di uno stile di vita sano e, se necessario, una supplementazione mirata, può ridurre significativamente i rischi associati.
Conoscere il proprio livello di omocisteina e agire in modo proattivo è un passo fondamentale verso la prevenzione di malattie cardiovascolari, neurodegenerative e complicanze metaboliche.
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